mercoledì 18 dicembre 2013

...dal Consiglio Comunale di Grugliasco del 18 dicembre 2013

Il Consiglio Comunale di stasera è iniziato con l'approvazione di due delibere di cui la Città di Grugliasco deve andare particolarmente fiera. 

La prima delibera riguarda l'approvazione dell'Accordo di Programma per la realizzazione della Stazione di Grugliasco della linea 5 della Ferrovia Metropolitana. 
Questo obiettivo - che vede lavorare insieme il Comune, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Orbassano, l'Agenzia per la Mobilità Metropolitana e Regionale con la sottoscrizione per adesione di RFI s.p.a. e TRM s.p.a. - porterà la Città di Grugliasco ad essere una delle pochissime realtà piemontesi ad avere sul territorio 2 fermate ferroviarie (l'FM3 è già in funzione e collega ogni 30 minuti l'area destinata al futuro polo universitario alla Val Susa e alla stazione torinese di Porta Nuova).
La nuova linea ferroviaria partirà dalla Stazione Stura, attraverserà l'area nord-ovest di Torino (passando per le stazioni Rebaudengo, Dora e Porta Susa e fermandosi nel vecchio Scalo San Paolo trasformatosi da scalo privato dell'indotto automobilistico ad una nuova e moderna stazione ferroviaria) e passando per Grugliasco raggiungerà l'ospedale di Orbassano.
Già questo basterebbe per farne capire l'importanza. Ma c'è un altro aspetto che è fondamentale: l'ubicazione della nuova stazione nei pressi del Centro Commerciale Le Gru. Le Gru infatti è di per sè uno straordinario attrattore di traffico veicolare (che ne risulterebbe alleggerito) ma è anche posto in maniera baricentrica tra due borgate periferiche - Quaglia e Lesna - che vedrebbero così aumentare la loro vivibilità e attrattività. Infine, non bisogna dimenticare che da via Crea passerà anche l'asse strategico di cs. Marche e quest'area diventerà un importante snodo di interscambio modale oltrechè di sviluppo economico. Particolare soddisfazione, nell'approvare questa delibera, è data anche dalla consapevolezza che, se questo obiettivo si è raggiunto, lo si è raggiunto grazie alla collaborazione continua e proficua tra la Giunta Comunale, in particolare l'Assessore ai Trasporti Luigi Turco, e il consigliere di minoranza Viorel Vigna, collaboratore dell'Assessore ai Trasporti regionale. Ognuno dalla propria posizione e ognuno con le proprie convinzioni politiche, si è convenuto che la fermata dell'FM5 era positiva per la città e che, proprio per l'amore comune per Grugliasco, bisognava lavorare insieme.

La seconda delibera riguarda invece la realizzazione di 120 nuovi orti urbani (e l'affidamento alla Società Le Serre del terreno su cui realizzarli): aggiungendoli agli esistenti 380 orti la Città di Grugliasco arriverà ad averne 450. Ciò significa uno ogni 85 abitanti.
La ricaduta sui cittadini è favorevole da diversi punti di vista: il supporto economico alle famiglie assegnatarie (i criteri tengono conto di età e reddito dei richiedenti), l'aspetto ricreativo e motivazionale di una fascia di cittadini ormai "a riposo" e, infine, l'aspetto ambientale.
Con la realizzazione dei nuovi orti infatti verrà realizzato un sistema di irrigazione garantito dalla bealera che scorre nelle vicinanze e che servirà tutti i 450 orti, permettendo di risparmiare l'acqua dell'acquedotto.

martedì 17 dicembre 2013

La Corona Verde di Torino

Presentato al 31° Torino Film Festival il documentario "Corona Verde", il filmato realizzato dalla Regione Piemonte per promuovere e far conoscere ai cittadini tutte le bellezze che fanno parte del territorio di Corona Verde, il progetto di tutela e riqualificazione ambientale dell'assessorato regionale all'Ambiente che coinvolge ben 93 comuni, connettendo tra loro Parchi, fiumi, habitat naturali, aree agricole, paesaggi rurali e Residenze Reali dell'intera area metropolitana e della collina torinese.
Video "La Corona Verde di Torino" - novembre 2013

mercoledì 11 dicembre 2013

Renzi, le primarie ed i forconi

Per la seconda volta quest’anno mi trovo a vivere in una realtà che mi sembra surreale. La prima volta, a febbraio, ho avuto un brusco risveglio dopo la tornata elettorale. Ero pronta a festeggiare e mi sono trovata ad assistere ad una triste pantomima che, dopo il tradimento dei 101, ci ha portati a questa scellerata ma ineludibile “larga intesa” dalla quale non siamo ancora usciti.

L’altra la sto vivendo ora, in seguito alle primarie per la scelta del segretario del PD. Che avrebbe vinto Renzi lo sapevo, quello che non ero preparata a vivere era il giorno dopo, il 9 dicembre 2013.

Nello stesso giorno, mentre la mia città era vittima di attività illegittime che la bloccavano e la intimidivano, il segretario Renzi annunciava la sua segreteria e distribuiva nuove deleghe. Il tono, i contenuti, gli argomenti che venivano delegati però non erano quelli di un segretario ma quello di un presidente, il presidente di una repubblica presidenziale quale l’Italia non è. Non ancora almeno.

E allora non mi vergogno a dire che mi sono spaventata.

Ho pensato agli anziani in coda durante le primarie che dicevano frasi del tipo “Renzi è l’unica speranza che ci resta”, “questa è l’ultima volta che vi do la mia fiducia”, ”votare è l’unico diritto che ci resta” e ho capito che abbiamo generato un equivoco così grande che rischia di portarci alla catastrofe.

La gente, il popolo delle primarie, si è infatti convinta che votare per il PD abbia lo stesso valore che votare alle politiche e che il segretario abbia poteri decisionali tali da poter cambiare l’Italia.

Un errore che abbiamo indotto noi, noi tutti, Renzi in primis. Un errore che lo carica di una responsabilità immane, una responsabilità da far tremare i polsi soprattutto se pensiamo ai disordini dei “forconi” di questi giorni.

Che dietro ci sia l’estrema destra lo sappiamo. Che ci sia qualche collegamento con qualche militare si inizia a sospettarlo. Che l’atteggiamento di molti gruppi ricordi da un lato certi squadristi studiati a scuola, dall’altro le organizzazioni da stadio è ormai chiaro a tutti.

La paura però è che le persone “normali” -  quelle che reagiscono alla crisi stringendo i denti e ampliando le reti di solidarietà, quelle che si affidano al PD perché riconosciuto come unico interlocutore possibile -  se Renzi non dovesse riuscire a cambiare in fretta la situazione italiana si uniscano ai manifestanti e si abbandonino alla rabbia.

La fiducia non è infinita e noi abbiamo sicuramente tirato troppo la corda. Renzi ha dato ad intendere che lui da lunedì scorso sta lavorando a cambiare il Paese, che in pochi giorni diminuirà i costi della politica, che la situazione economica e lavorativa sarà a breve in ripresa.

Renzi con queste dichiarazioni ci ha legati tutti a sé: il PD o riesce o tutti noi verremo spazzati via. Tutti noi ora siamo obbligati ad appoggiarlo (lo avremmo fatto lo stesso!) “o la vita o la morte”.


Ma tutti noi sappiamo che lui non è presidente di nulla, che le leggi non le fa lui, che lui non può neanche fare decreti. Spero che le due ore di colloquio con Letta abbiano almeno definito i temi su cui lavorare e che il nostro segretario e il nostro presidente abbiano veramente trovato il modo di fare squadra per i prossimi mesi. 

lunedì 2 dicembre 2013

Taranto Vecchia, un'altra ferita nel cuore dei tarantini

Mio padre è nato lì, in via Cava. Quei vicoli li ho attraversati in molte estati della mia infanzia. Ne ho ancora un ricordo lontano, del soffitto col buco (un buco che stava lì da anni e faceva vedere il cielo), del bagno ricavato nella cucina, dei racconti di papà quando ci parlava dei fantasmi che di notte picchiavano le vecchie zie o della distilleria clandestina scoppiata proprio in tempo di guerra. Anche da lontano mi piange il cuore.

Se Taranto Vecchia se ne va