In questi giorni in sede nazionale si sta
discutendo la bozza di Regolamento Edilizio Unico nazionale. Il documento
presentato dal governo è ora (entro il 20 aprile prossimo) in fase di
recepimento da parte delle regioni e, nei successivi 180 giorni, dovrebbe
essere recepito dai comuni.
Dopo
averne parlato in sede di Commissione Tecnica Urbanistica con l'assessore
regionale Alberto Valmaggia ho avuto l'idea, poi sviluppata con il Presidente della
Fondazione per l'Architettura di Torino Giorgio Giani, di anticipare le
consultazioni con gli ordini e con gli altri enti con un convegno aperto e
trasmesso in streaming.
Tale
convegno si è svolto il 3 marzo scorso a Grugliasco ed io, in qualità di
promotrice dell’evento, ho avuto l’onore di moderarlo.
La platea era piena e variegata, formata da
liberi professionisti e dipendenti pubblici oltre che da qualche rappresentante
delle amministrazioni del territorio. Gli interventi, che hanno approfondito
l'argomento da diversi punti di vista possono a ragion veduta essere la base di
lavoro per i funzionari regionali che stanno istruendo la materia e contribuire
all'utilità della nuova normativa comune.
Si è parlato dalla necessità di avere norme
comuni per le amministrazioni contermini e di quella di parlare lo stesso
linguaggio nelle diverse parti d'Italia per i professionisti che lavorano non
solo in Piemonte; alcuni interventi hanno poi approfondito aspetti specifici
della bozza (in particolare delle definizioni che sono state inserite nell’allegato
A).
Un intervento particolarmente apprezzato è stato
quello introduttivo del Sindaco di
Grugliasco Roberto Montà che, nel salutare i convenuti, ha ricordato il
particolare punto di vista degli amministratori: è infatti oggi assolutamente
necessario che tutte le nuove leggi che incidono sulla forma urbana e sul
governo del territorio abbiano come comune denominatore la semplificazione
delle norme e del linguaggio. Gli adempimenti richiesti alle aziende che
intendono insediarsi o ampliare la propria attività non devono infatti essere
tali da scoraggiare gli investimenti: ben vengano quindi norme comuni estese al
territorio nazionale che – senza trascurare salvaguardia dell’ambiente in
generale e del suolo in particolare – siano però semplici e non di volta in
volta, o di luogo in luogo, interpretabili in maniera diversa.
Favorire chi crea lavoro deve infatti essere un
obiettivo sempre presente nella mente del legislatore.
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